Linee guida sul gioco d’azzardo: i punti fermi di una intesa

LA CAMPAGNA “METTIAMOCI IN GIOCO” SOLLECITA UNA APPROFONDITA DISCUSSIONE AL FINE DI GIUNGERE ALLA DEFINIZIONE DI UN TESTO CHE NON PRESENTI MARGINI DI AMBIGUITÀ

Linee guida sul gioco d’azzardo: i punti fermi di una intesa

 

Comunicato stampa

L’ultima legge di stabilità attribuisce alla Conferenza unificata Stato autonomie locali il compito di definire le caratteristiche dei punti di vendita ove si svolge il gioco pubblico e la loro ricollocazione territoriale. Da molti mesi è stato avviato un confronto all’interno della Conferenza senza peraltro che sia stata trovata un’intesa in merito alle linee guida da adottare.

Anche l’ultima riunione, svoltasi il 29 settembre 2016, si è conclusa con l’ennesimo rinvio; peraltro, alla fine dei lavori, il sottosegretario per l’Economia ed alcuni partecipanti alla riunione hanno espresso il proprio ottimismo sulla possibilità di arrivare ad un accordo nella prossima riunione programmata per la fine del mese di ottobre.

Le proposte illustrate dal Governo (non risulta peraltro tuttora disponibile sui siti istituzionali del Ministero e della Conferenza un documento ufficiale al riguardo) appaiono volte, da un lato, ad una ulteriore riduzione del numero delle slot machine (che riguarderebbe soprattutto i bar, le tabaccherie e gli esercizi generalisti secondari), l’introduzione di strumenti di autolimitazione in termini di tempo e di spesa e l’abbassamento degli importi minimi delle giocate; dall’altro, l’individuazione di sale “di serie A”, in possesso di particolari requisiti, che verrebbero sottratte, in tutto o in parte, alle discipline restrittive attualmente previste dai provvedimenti adottati da moltissime regioni ed enti locali.

Al riguardo “Mettiamoci in gioco”, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, ritiene che alcune proposte del Governo meritino un vivo apprezzamento, soprattutto quelle sulla riduzione delle slot machine e della loro tendenziale eliminazione dagli esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, e altri), in quanto la diffusione capillare dei punti di gioco è una delle ragioni della crescita del fenomeno della dipendenza da gioco, perchè rende più facilmente praticabile il gioco d’azzardo da parte di alcune categorie più a rischio (pensionati, casalinghe, minorenni ec). Si tratterebbe di un importante risultato, frutto senza dubbio dell’impegno profuso dalle amministrazioni regionali e locali e dalle associazioni per aumentare il livello di consapevolezza sulla necessità di contrastare in modo efficace il fenomeno dell’azzardopatia.

Allo stato attuale desta invece perplessità, stante l’estrema indeterminatezza dei criteri enunciati e l’assenza di un documento ufficiale, l’ipotesi di distinguere tra esercizi di classe A (sottratti alle prescrizioni previste dai provvedimenti regionali e locali) ed esercizi di classe B; appare infatti essenziale chiarire con estrema precisione quali siano i requisiti richiesti per la classe A (possesso della certificazione antimafia e di particolari requisiti patrimoniali, caratteristiche tecniche dei locali, formazione del personale, presenza di psicologi etc) ed individuare limiti quantitativi al numero di tali sale in ciascuna area territoriale e delle apparecchiature videolottery installabili (che sono quelle che permettono di spendere in pochissimo tempo ingenti somme di denaro).

Se non vengono precisati con estremo rigore i nuovi parametri il rischio evidente è quello di una proliferazione di questi “mini casinò” e di una sostanziale disapplicazione di tutte le misure faticosamente elaborate in questi anni a livello regionale e locale per contenere la crescita dei punti di gioco, limitare gli orari di apertura e contrastare così in maniera efficace il gioco d’azzardo patologico, proprio nel momento in cui Corte costituzionale e giudici amministrativi riaffermano la piena legittimità di tali interventi (vedi da ultimo le decisioni del Tar Campania sul regolamento del comune di Napoli e del Tar Lombardia sull’ordinanza di limitazione degli orari del comune di Pavia). La base di un accordo non può che essere quella di una drastica riduzione dell’offerta complessiva.

Appare altresì essenziale che in sede di intesa sulle linee guida il Governo assuma un preciso impegno in merito al sollecito recepimento (all’interno del progetto di riordino del settore all’esame della Commissione Finanze del Senato o con un autonomo provvedimento) delle misure di contrasto della criminalità organizzata elaborate dalla Commissione Antimafia (introduzione di una card, misure sulla tracciabilità, controlli sui comportamenti illeciti etc); analogo impegno dovrebbe essere assunto anche con riguardo all’approvazione delle proposte di legge sul divieto assoluto di pubblicità, da tempo presentate in Parlamento, in quanto le massicce campagne promozionali vanificano gli sforzi compiuti da amministrazioni locali e scolastiche di sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo.

“Mettiamoci in gioco” sollecita una ampia approfondita discussione in sede di Conferenza unificata dei temi affrontati al fine di giungere alla definizione di un testo che non presenti margini di ambiguità.

Info:

Giulia Migneco 335 7305980

stampa@avvisopubblico.it

Linee guida sul gioco d’azzardo: i punti fermi di una intesa

LA CAMPAGNA “METTIAMOCI IN GIOCO” SOLLECITA UNA APPROFONDITA DISCUSSIONE AL FINE DI GIUNGERE ALLA DEFINIZIONE DI UN TESTO CHE NON PRESENTI MARGINI DI AMBIGUITÀ

Linee guida sul gioco d’azzardo: i punti fermi di una intesa

 

Comunicato stampa

L’ultima legge di stabilità attribuisce alla Conferenza unificata Stato autonomie locali il compito di definire le caratteristiche dei punti di vendita ove si svolge il gioco pubblico e la loro ricollocazione territoriale. Da molti mesi è stato avviato un confronto all’interno della Conferenza senza peraltro che sia stata trovata un’intesa in merito alle linee guida da adottare.

Anche l’ultima riunione, svoltasi il 29 settembre 2016, si è conclusa con l’ennesimo rinvio; peraltro, alla fine dei lavori, il sottosegretario per l’Economia ed alcuni partecipanti alla riunione hanno espresso il proprio ottimismo sulla possibilità di arrivare ad un accordo nella prossima riunione programmata per la fine del mese di ottobre.

Le proposte illustrate dal Governo (non risulta peraltro tuttora disponibile sui siti istituzionali del Ministero e della Conferenza un documento ufficiale al riguardo) appaiono volte, da un lato, ad una ulteriore riduzione del numero delle slot machine (che riguarderebbe soprattutto i bar, le tabaccherie e gli esercizi generalisti secondari), l’introduzione di strumenti di autolimitazione in termini di tempo e di spesa e l’abbassamento degli importi minimi delle giocate; dall’altro, l’individuazione di sale “di serie A”, in possesso di particolari requisiti, che verrebbero sottratte, in tutto o in parte, alle discipline restrittive attualmente previste dai provvedimenti adottati da moltissime regioni ed enti locali.

Al riguardo “Mettiamoci in gioco”, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, ritiene che alcune proposte del Governo meritino un vivo apprezzamento, soprattutto quelle sulla riduzione delle slot machine e della loro tendenziale eliminazione dagli esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, e altri), in quanto la diffusione capillare dei punti di gioco è una delle ragioni della crescita del fenomeno della dipendenza da gioco, perchè rende più facilmente praticabile il gioco d’azzardo da parte di alcune categorie più a rischio (pensionati, casalinghe, minorenni ec). Si tratterebbe di un importante risultato, frutto senza dubbio dell’impegno profuso dalle amministrazioni regionali e locali e dalle associazioni per aumentare il livello di consapevolezza sulla necessità di contrastare in modo efficace il fenomeno dell’azzardopatia.

Allo stato attuale desta invece perplessità, stante l’estrema indeterminatezza dei criteri enunciati e l’assenza di un documento ufficiale, l’ipotesi di distinguere tra esercizi di classe A (sottratti alle prescrizioni previste dai provvedimenti regionali e locali) ed esercizi di classe B; appare infatti essenziale chiarire con estrema precisione quali siano i requisiti richiesti per la classe A (possesso della certificazione antimafia e di particolari requisiti patrimoniali, caratteristiche tecniche dei locali, formazione del personale, presenza di psicologi etc) ed individuare limiti quantitativi al numero di tali sale in ciascuna area territoriale e delle apparecchiature videolottery installabili (che sono quelle che permettono di spendere in pochissimo tempo ingenti somme di denaro).

Se non vengono precisati con estremo rigore i nuovi parametri il rischio evidente è quello di una proliferazione di questi “mini casinò” e di una sostanziale disapplicazione di tutte le misure faticosamente elaborate in questi anni a livello regionale e locale per contenere la crescita dei punti di gioco, limitare gli orari di apertura e contrastare così in maniera efficace il gioco d’azzardo patologico, proprio nel momento in cui Corte costituzionale e giudici amministrativi riaffermano la piena legittimità di tali interventi (vedi da ultimo le decisioni del Tar Campania sul regolamento del comune di Napoli e del Tar Lombardia sull’ordinanza di limitazione degli orari del comune di Pavia). La base di un accordo non può che essere quella di una drastica riduzione dell’offerta complessiva.

Appare altresì essenziale che in sede di intesa sulle linee guida il Governo assuma un preciso impegno in merito al sollecito recepimento (all’interno del progetto di riordino del settore all’esame della Commissione Finanze del Senato o con un autonomo provvedimento) delle misure di contrasto della criminalità organizzata elaborate dalla Commissione Antimafia (introduzione di una card, misure sulla tracciabilità, controlli sui comportamenti illeciti etc); analogo impegno dovrebbe essere assunto anche con riguardo all’approvazione delle proposte di legge sul divieto assoluto di pubblicità, da tempo presentate in Parlamento, in quanto le massicce campagne promozionali vanificano gli sforzi compiuti da amministrazioni locali e scolastiche di sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo.

“Mettiamoci in gioco” sollecita una ampia approfondita discussione in sede di Conferenza unificata dei temi affrontati al fine di giungere alla definizione di un testo che non presenti margini di ambiguità.

Info:

Giulia Migneco 335 7305980

stampa@avvisopubblico.it

Icona YouTube grigia

Su YouTube

In Evidenza

Evidenza Campagna On Air

Con rimando ad area download materiali. A forma solo "MinG"

Su questo sito utilizziamo strumenti privati o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull'utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un'esperienza migliore.

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy